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IL CIRCO HA BISOGNO DI VOI

Lungo il litorale toscano, in estate, sostano molti circhi, è un fatto che gli anni precedenti non avevo mai percepito; infatti come viceparroco di una parrocchia di Livorno, per quanto appassionato dello spettacolo circense, avevo avuto pochissime occasioni di entrare in contatto con il mondo del circo: solo una volta 1'anno quando in inverno sosta uno dei grossi complessi circensi.
Diventato parroco nel paese di Rosignano Solvay, questa estate ho avuto la sorpresa di incontrare molti circhi, non grossi complessi, ma piccoli circhi a conduzione familiare, o quasi, ma dignitosi nel modo di presentarsi e di fare spettacolo.
Una sera, una domenica sera, stanco del lavoro parrocchiale, stavo guardando uno spettacolo quando sono stato avvicinato da un vigile urbano che mi ha presentato un circense ... si comincia a parlare dei circhi che ho visto ultimamente, delle famiglie che ho conosciuto, ma tra tutti i discorsi fatti una frase mi ha particolarmente colpito: «voi preti avete dimenticato il circo, non potete immaginare quanto abbiamo bisogno della vostra presenza e della vostra parola». Non so se è stata una frase detta per convenienza, non lo credo, ma mi è tornata immediatamente alla memoria una frase del vangelo che quella domenica avevo letto in chiesa: « ... e si commosse per loro perché erano come pecore senza pastore ... » (Mc. 6,34). E subito è venuto naturale il confronto con i fermi che hanno preti, parrocchie a disposizione, catechisti, oratori, associazioni, strutture di ogni genere. Dal prete e dalla Parrocchia non si richiede una presenza od una parola di conforto o di sostegno della fede ma messe per defunti, prime comunioni, battesimi, matrimoni, funerali, almeno nella maggior parte dei casi e delle situazioni. Al prete a volte non rimane altro che sfruttare la richiesta di queste celebrazioni per fare un po' di catechesi. Diversa è stata la mia esperienza con il Circo Niuman che ho seguito nelle cinque piazze vicine alla mia parrocchia nell'arco di un mese e mezzo. La prima cosa che mi ha colpito è stato il senso di accoglienza di Bertino Niemen, della sua famiglia e dei giovani Moia. Ho iniziato semplicemente presentandomi dichiarando la mia disponibilità, poi la sera, dopo lo spettacolo, ci siamo messi a parlare, così le sere seguenti, a volte molto a lungo rubando il tempo al sonno; ho cercato di risolvere qualche piccolo problema pratico grazie alla mia conoscenza della zona; ma soprattutto ho cercato di ascoltare e di capire la vita ed i problemi della gente che viaggia. Ed ho finito con lo stare ansioso ai cancelli prima dello spettacolo per scoprire se ci fosse stato più o meno pubblico quella sera, con l'aiutare qualche volta nello spianto, ed una sera, perché no, sono en­rato improvvisamente in pista togliendo il posto al clown di turno nel trucco del dente, regalando un po' di allegria non tanto al pubblico ignaro della cosa, quanto a quelli del circo che nel diversivo si sono divertiti alle mie spalle.

In Cammino, dicembre 1982